Per fronteggiare l’emergenza economica conseguente al Covid-19 è stata varata una serie di provvedimenti normativi a sostegno delle imprese, tra i quali il provvedimento che permette la rivalutazione dei beni immateriali dell’azienda con benefici a fini civilistici (maggior valore del patrimonio aziendale) e a fini fiscali (imposta sostitutiva agevolata).
Per poter procedere alla rivalutazione è (fortemente) consigliata una perizia che individui i beni immateriali e definisca gli elementi necessari per una corretta rivalutazione degli stessi.
Contenuti della legge
L’articolo 110 del DL 104/2020, recentemente convertito in legge 120/2020, consente alle imprese la rivalutazione dei propri beni e partecipazioni societarie. Si tratta di un provvedimento che introduce una nuova rivalutazione, in deroga alle disposizioni del codice civile e che prevede, dal punto di vista fiscale, l’applicazione di un’imposta particolarmente ridotta.
I soggetti che possono rivalutare i propri beni sono: società di capitali, cooperative, enti commerciali residenti che non adottano i principi contabili internazionali IAS/IFRS, società di persone commerciali, imprese individuali.
Oggetto della rivalutazione possono essere – oltre ai beni mobili (macchinari, attrezzature, impianti), immobili (terreni, fabbricati) e alle partecipazioni in società controllate e collegate – anche i beni immateriali, ossia:
- brevetti
- marchi
- design
- copyright.
La rivalutazione è possibile a fini civilistici, senza imposte da versare, e a fini fiscali, con pagamento di imposta sostitutiva al 3% sul maggior valore attribuito ai beni rivalutati.
Pertanto ai fini dell’individuazione del valore costituente il limite massimo alla rivalutazione, si può utilizzare sia il criterio del valore d’uso, sia il criterio del valore di mercato.
Perché rivalutare?
La normativa ha la finalità di consentire alle imprese di “fotografare” l’effettivo valore del patrimonio dell’impresa e potenzialmente ottenere finanziamenti e attrarre nuovi investitori; se si rivaluta anche a fini fiscali, la rivalutazione permette di assoggettare il maggior valore iscritto a bilancio ad un’imposta sostitutiva di molto ridotta rispetto a casi analoghi del passato.
Dunque, maggior favore per le imprese in un momento tanto difficile ed una ulteriore conferma dell’importanza e del valore dei diritti di proprietà industriale come bene dell’impresa ed investimento fondamentale per incrementarne il valore.
La perizia di stima: perché coinvolgere un Consulente in Proprietà Industriale (IP)?
Nel caso in cui si stabilisca di rivalutare brevetti, marchi, design, copyright o altro titolo di proprietà industriale, è utile coinvolgere un Consulente IP per redigere la perizia di stima necessaria a supportare la rivalutazione.
Il Consulente IP potrà supportare l’impresa o il suo fiscalista per:
- raccogliere la documentazione e le informazioni relative ai titoli coinvolti nella rivalutazione
- identificare i criteri per una corretta rivalutazione
- identificare il bene o i beni da rivalutare.
I criteri individuati dal Consulente IP e le relative motivazioni potranno essere di supporto per Amministratori e Sindaci al momento della redazione delle loro relazioni annuali.
Perché coinvolgere il team LUPPI?
I diritti IP come brevetti, marchi, copyright, design spesso risultano mutuamente correlati o legati, per aspetti diversi, ad uno stesso prodotto, apparato, servizio, talvolta con livelli di complessità tali da richiedere, per una loro analisi e valutazione, necessariamente il contributo e la cooperazione di più specialisti di area IP e Legale specializzato in IP.
Il team Luppi possiede competenze di varie discipline tecniche, competenze legali ed expertise per affrontare qualsiasi aspetto di proprietà industriale ed intellettuale ed ha, tra i propri punti di forza e strumenti, un approccio integrato e multidisciplinare al mondo IP.
Coinvolgere il team Luppi vuol dire quindi avvalersi di un unico interlocutore altamente qualificato (per tutti gli aspetti IP e Legal) con cui parlare una stessa “lingua” sia nell’ambito della protezione e difesa del patrimonio industriale e intellettuale sia nell’ambito della rivalutazione dei beni immateriali.
Alcuni approfondimenti sulla legge
La rivalutazione riguarda i beni risultanti da bilancio dell’esercizio in corso al 31/12/2019 e deve essere effettuata nel bilancio di esercizio successivo, ossia al 31/12/2020 e può essere riferita anche ad un singolo bene, non essendo obbligatorio rivalutare tutti i beni appartenenti alla stessa categoria.
La società che si avvale della rivalutazione rileva il maggior valore dei beni rivalutati nell’attivo dello stato patrimoniale a fronte dell’iscrizione, in contropartita, del corrispondente saldo in una voce di patrimonio netto. Il saldo attivo da rivalutazione deve essere imputato al capitale o accantonato in una speciale riserva.
Il limite massimo della rivalutazione è fissato nei “valori effettivamente attribuibili ai beni con riferimento alla loro consistenza, alla loro capacità produttiva, all’effettiva possibilità economica di utilizzazione nell’impresa, nonché ai valori correnti e alle quotazioni rilevate in mercati regolamentati italiani o esteri”.
Contattaci per approfondire quali sono le opportunità della rivalutazione dei beni immateriali per la tua azienda.