La direttiva UE 2019/904 sulla plastica, già in vigore dallo scorso 3 luglio 2024, è finalizzata alla riduzione dell’impatto di determinati prodotti in plastica sull’ambiente.
Questa direttiva mira a promuovere l’economia circolare, stabilendo nuovi obblighi in termini di divieto e riduzione dell’utilizzo di prodotti in plastica monouso. L’obiettivo finale è quello di contenere il danno ambientale e, in particolare, limitare la contaminazione dell’ambiente marino. Si tratta di un altro passo in avanti nella direzione della ecosostenibilità e della green economy. Nel nostro blog avevamo già discusso di economia circolare e di temi legati all’ambiente con un articolo sul rapporto tra innovazione sostenibile e IP. In questo articolo ci concentriamo sulle sfide che le aziende stanno affrontando per adeguarsi alle nuove norme sui prodotti monouso e sul riciclaggio della plastica.
I nuovi obblighi normativi nel settore della plastica
Secondo la nuova direttiva UE 2019/904, dal 2025 le bottiglie in PET immesse sul mercato dovranno contenere almeno il 25% di plastica riciclata, con un obiettivo del 30% al 2030.
Saranno vietati sul mercato UE i prodotti in plastica monouso come stoviglie, bastoncini cotonati, cannucce, posate, contenitori per alimenti in polistirene espanso, ed altri ancora.
La direttiva, inoltre, impone nuovi requisiti di marcatura per i prodotti “SUP” (Single Use Plastics) quali bicchieri per bevande, tazze, salviette umidificanti, prodotti da tabacco dotati di filtri in materiali plastici ed altri articoli destinati alla produzione, commercializzazione e consumo. Questi prodotti dovranno riportare una chiara indicazione sulla presenza di plastica per una corretta informazione e per una scelta consapevole da parte dei consumatori. Sono previste, inoltre, precise specifiche sulle caratteristiche della marcatura, quali dimensioni, aspetto grafico e posizionamento sul prodotto, ciò al fine di facilitare la comprensione delle indicazioni obbligatorie e di armonizzare l’etichettatura di oggetti in plastica tra i paesi dell’Unione Europea.
I tappi tethered
Tra i vari punti normativi vi è anche l’obbligo dei cosiddetti Tethered caps, novità che è già da tempo evidente nella quotidianità di tutti noi: i tappi e coperchi devono rimanere vincolati ai contenitori per bevande con una capacità fino a tre litri. Con tale accorgimento si cerca di ridurre la dispersione di plastica nell’ambiente e di favorire il riciclo dei materiali.
La necessità di adempiere a tale obbligo normativo e, al contempo, l’opportunità di garantire al consumatore un utilizzo sempre più agevole e comodo dei tappi vincolati alle bottiglie, spinge le aziende verso la continua ricerca di soluzioni ottimizzate, soluzioni che, al ricorrere dei presupposti, possono risultare anche tutelabili sotto l’aspetto tecnico e dal punto di vista della forma.
Le sfide future nel settore plastica e la tutela IP dell’innovazione
Alla luce di questa Direttiva, molti sono gli aspetti del processo innovativo in corso che meritano la dovuta attenzione sul piano della tutela IP, per esempio:
- la ricerca di nuovi materiali ecosostenibili
- la messa a punto di nuovi metodi di smaltimento
- la definizione di nuovi processi e impianti per il recupero e riciclo della plastica
- la progettazione di nuove macchine per produrre, ad esempio, soluzioni migliorative di tappi tethered
- la realizzazione di nuovi design di prodotti che si prestano più facilmente al recupero dei materiali, agevolando l’economia circolare.
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Il Team Luppi, con le proprie competenze tecnico-scientifiche e legali IP, può fornirvi l’assistenza necessaria per tutelare e difendere i risultati del vostro percorso innovativo ed è in grado di suggerirvi le strategie migliori per dare valore ai vostri progetti di ricerca e sviluppo e conseguire vantaggi competitivi rispetto ai competitors su scala globale.
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